Nel nostro primo giorno di viaggio, trascorreremo la notte in volo per raggiungere l’Uzbekistan.

Atterreremo a Urgench, forse la più sovietica delle città dell’Uzbekistan, colma di squadrati monumenti in marmo, ma di fatto un’oasi che sorge poco più a sud dell’Amu Darya, uno dei fiumi più grandi d’Asia. Da qui, ci muoveremo ancora più a meridione, verso Khiva, roccaforte della Via della Seta, dove potremmo visitare il maestoso complesso di Itchan Kala, antica città murata dominata da una moschea dalle cupole blu e dal suo colossale minareto, protetto da fortificazioni che appaiono dorate.

Svegliatici a Khiva, seguiremo lo stesso percorso delle carovane della Via della Seta, nel deserto più sconfinato, fino a Bukhara, il cuore culturale dell’Asia Centrale. Dormire qui, prima di visitare la città, l’indomani.

Bukhara è stata capitale di un khanato, di un emirato, e poi di una repubblica sovietica, e oggi è nota come “Bukhara la Nobile”. Sull’oasi entro la quale sorge questa città circolano leggende buddiste, cinesi e zoroastriane, ma quel che è certo è che Bukhara è stato un centro commerciale fiorente, dove si sono incontrati popoli e religioni, tra cui ha primeggiato l’Islam. Perciò, non ci resterà far altro che ammirare raffinate madrase e moschee circondante da un estraniante silenzio che, specie di notte, ci permetterà di entrare in contatto con la cultura e lo spirito uzbeki.

Nel nostro quinto giorno di viaggio proseguiremo con l’esplorazione di Bukhara, tra mausolei e palazzi magnifici, per poi prendere il treno verso quello che è forse il centro più famoso della Via della Seta, la mitica Samarcanda. Poiché arriveremo in serata, ci sarà possibile fermarci in Piazza Registan, nucleo dell’antico e potente Impero Timuride di Tamerlano, e ammirarne le tre madrase, caratterizzate da splendidi portali che, di notte, si illuminano d’azzurro e di viola, contrastando il cielo oscuro.

Benché una parte di Samarcanda sia stata ammodernata durante il periodo sovietico, la vecchia città, con i suoi mercati e le sue architetture da sogno, conquistata anche da Alessandro Magno e Gengis Khan, ci permetterà di fare un tuffo nel passato, tra antichi mestieri come quelli del ricamo, dell’oreficeria e dell’incisione sul rame. In giornata, ci sarà anche possibile imparare a cucinare la Somsa, un pasticcio triangolare tradizionale uzbeko, simile al samosa indiano, ripieno di carne o verdure.

Svegliatici a Samarcanda, è arrivato il momento di spostarsi di nuovo, in direzione di Nurota, cittadina fortificata fondata da Alessandro Magno e strategica per via della sua vicinanza alla steppa e ai terreni agricoli. Il luogo chiave della città è il complesso di Chashma, parola tagika che vuol dire “sorgente”, riferendosi alla Fonte Sacra, la cui acqua mantiene costantemente la temperatura di -20 °C, e secondo la leggenda si è formata con la caduta di un meteorite, quarantamila anni fa. A Nurota, in ogni caso, potremo interagire con le persone del posto, farci spiegare come vivono, e assaggiare il piatto nazionale, il Plov.

Lasciato il villaggio alle spalle, ci muoveremo verso Samarcanda per completare la visita della città. Qui ci attende il complesso di Shah-i-Zinda, un viale monumentale di mausolei dalle cupole turchesi che scintillano al sole, evocando la spiritualità e l’arte timuride. Proseguiremo poi verso l’Osservatorio di Ulugbek, testimone dell’antico splendore scientifico dell’Asia Centrale, dove il nipote di Tamerlano scrutava le stelle per misurare il tempo e i cieli. Dopo una pausa pranzo, visiteremo il Mausoleo di San Daniele, luogo sacro che unisce diverse fedi e tradizioni in un’unica atmosfera di devozione. Nel pomeriggio, raggiungeremo la stazione ferroviaria per partire in treno verso Tashkent, la capitale moderna e vivace. Dopo circa tre o quattro ore di viaggio, giungeremo in città, dove ci attenderà una cena in ristorante locale e il meritato riposo in hotel.

A seconda degli orari della compagnia aerea, faremo ritorno verso l'Italia.